Bufale e negazioni: la Storia come Scienza caccia i luoghi comuni

Bufale e negazioni: la Storia come Scienza scaccia i luoghi comuni

Indo-Europei, Gesù e Alessandro Magno.

L’approssimazione di alcune presunte certezze storiche, e la negazione di altre, derivano da molti luoghi comuni.
Pensiamo per esempio ai vari tentativi di negazionismo che si sviluppano addirittura in modo cieco di fronte all’evidenza dei fatti o di testimonianze ancora dirette.
Questo pericolo si amplifica a mano a mano che ci si allontana temporalmente da quanto i fatti narrati e analizzati dalla Storia.
Concentriamoci su un fatto clamoroso: le popolazioni cosiddette “Indo-Europee”. Ebbene la loro esistenza è legata ad una teoria.
Questi popoli che secondo quanto si è ipotizzato, avrebbero potuto vivere nelle steppe dell’attuale Russia, sono stati “creati” dagli studi socio-linguistici delle popolazioni antiche.
Ci si è chiesti come fosse possibile che vi siano state affinità tangibili nel linguaggio e nei costumi di molti popoli della prima Storia.
 
La soluzione è stata trovata accademicamente IPOTIZZANDO un ceppo comune che provenisse appunto dalle zone dell’Oriente a cavallo tra l’India e l’Europa, un po’ a Nord del Mar Nero.
Delle popolazioni Indo-Europee, infatti, non esistono attualmente riscontri o ritrovamenti storici.
Il Gesù della Storia
 
Un’altra bufala che vagheggia ogni tanto specialmente online, è la negazione dell’esistenza storica di Youshua Ben Yosef, Ovvero Gesù.
La Storia ovviamente non entra, e non deve a mio giudizio entrare nella natura divina o umana di Gesù, ma può dire autorevolmente la sua sull’esistenza storica del personaggio.
È testimoniato da autorevoli e numerosissimi storici, dai quali vengono tratte le maggiori notizie dell’antichità, che sia esistito a cavallo tra il 6 a.C e il 33 d.C. un uomo chiamato in alcuni testi Gesù, in altri Nazareno, in altri ancora Cristo e infine anche Cresto.
Non ci si riferisce solo ai Vangeli canonici o apocrifici, in quanto i ricercatori hanno voluto valutare prove extra-religiose proprio in virtù di uno studio oggettivo. Alle ricerche sono stati applicati tutti i parametri di obiettività e oggettività utilizzati per ogni altro personaggio della Storia.
È emerso che le testimonianze sull’uomo Gesù sono state trascritte e riportate a partire dal secolo stesso in cui il Cristo visse.
I testimoni sono importanti e assolutamente incontestabili e provengono non soltanto dal mondo cristiano, ma soprattutto da quello pagano e ebraico.

Fonti Cristiane

Tra le fonti cristiane, oltre ai Vangeli, che come abbiamo visto presi da soli non avrebbero avuto la promozione a “prova”, possiamo citare la “Lettera a Diogneto” e la Didachè, nella quale la vita di Gesù viene ripercorsa attraverso citazioni di luoghi, fatti o riferimenti.
Uno storico autorevole che sebbene Cristiano viene preso in seria considerazione dai ricercatori fu Eusebio di Cesarea. Nella sua “Storia della Chiesa” analizza con numerose e circostanziate descrizioni alcune prove storiche su Gesù.

Fonti ebraiche

Esistono poi prove tratte dallo storico ebreo Giuseppe Flavio, autore di “colossal storico-bibliografici” quali “Antichità Giudaiche” e “Guerra Giudaica”. Si tratta nel caso di quest’ultimo di una testimonianza di peso. Il mondo giudaico aveva tutto l’interesse a minimizzare il Cristianesimo nei suoi primi secoli. Giuseppe Flavio infatti si espresse sui Cristiani alimentando le calunnie in seguito decadute di cannibalismo, incesto e sobillazione politica. Ma, suo malgrado finì per contribuire a fornire prove inoppugnabili sull’esistenza storica di Gesù Cristo.
Tito Giuseppe Flavio nacque a Gerusalemme circa nel 37 d.C. e morì a Roma nel 100. Il suo nome di origine era Yosef ben Matityahu.
L’esistenza del personaggio storico Gesù è attestata altresì nel Talmud, il testo sacro dell’ebraismo tradizionalmente chiamato Shas, che consiste in 63 trattati la cui stampa supera le 6.200 pagine. Descrive la Storia del popolo eletto fino al V secolo d.C.

Fonti pagane

Ma le prove non vengono solo da autori facenti parte del mondo delle religioni monoteiste. Abbiamo riscontri in Cornelio Tacito, riconosciuto come uno tra i più scrupolosi tra gli storici. Tacito aveva accesso agli “acta senatus” (verbali del Senato Romano), nonché agli “Acta diurna populi romani (atti governativi e notizie di ciò che accadeva nell’Impero giorno per giorno). A queste fonti ricorreva prima di trascrivere.
Riportando l’evento del rogo di Roma sotto Nerone, Tacito scrisse negli Annali XV, 44: “Nerone si inventò dei colpevoli e sottomise a pene raffinatissime coloro che la plebaglia, detestandoli a causa delle loro nefandezze, denominava Cristiani. Origine di questo nome era Christus, il quale sotto l’impero di Tiberio era stato condannato all’estrema condanna dal Procuratore Ponzio Pilato”.
Anche il governatore romano di Bitinia, lo storico Plinio il Giovane, che ci ha lasciato una raccolta di epistole contenute in 10 libri figura nel numero di coloro che i ricercatori ritengono validi per fornire prove in merito. Nel 10° libro abbiamo il carteggio con Traiano dal quale gli storici hanno tratto ulteriori riscontri su Cristo.
Per ultimo, ma solo per non allungare troppo l’elenco, si può citare il retore scettico Luciano di Samosata, che tratta l’argomento nel suo “La morte di Peregrino”.
La Storia, ovviamente, e occorre ricordarlo si occupa di dati tangibili, lasciando ogni espressione e dibattito sulla divinità dell’uomo-Gesù ad altre discipline, ma si ferma ad attestare fatti e personaggi di cui può avere riscontro.

Alessandro Magno: chi era costui?

Un personaggio che sta subendo un ridimensionamento dalla Storia intesa in modo scientifico e niente meno che Alessandro Magno. La grandezza delle sue imprese fu tale che la figura del condottiero venne mitizzata quando egli fu ancora in vita. Fu poi estremamente enfatizzata dopo la sua morte.
Gli storici che maggiormente ci hanno tramandato Alessandro furono: Flavio Arriano, Quinto Curzio Rufo, Plutarco di Cheronea, Diodoro Siculo, Paolo Orosio e Giustino.
Tutti questi storici riportano descrizioni del re macedone diverse tra loro. Tanto da far notare a Strabone: “Tutti coloro che scrissero di Alessandro preferirono il meraviglioso al vero”.
È ovvio che nessuno storico degno di questo nome si permetterebbe di mettere in dubbio l’esistenza storica di Gesù o di Alessandro Magno. Ma se vogliamo, come è giusto che sia, che la Storia sia condotta come Scienza, dobbiamo riconoscere che in quanto tale può solo esprimere teorie e non certezze. Esattamente come la Fisica, la Chimica e tutte le altre discipline.
 

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